Il Gazzettino del Fantacalcio dei Gufingoli

Organo ufficiale della F.I.G.A. - Federazione Italiana Gufingoli Asteminon - STAGIONE 2005/2006

sabato, maggio 13, 2006

36a Giornata 2005/2006



Li chiamano sogni, speranze, emozioni. Noi li chiamiamo brividi. Sono quelle strane vibrazioni che senti in tutto il corpo quando la tua squadra è all’ultima partita, all’ultimo scoglio da superare, all’ultimo bivio tra vita e morte, gioia e vergogna, paradiso ed inferno. E chi se lo sarebbe mai aspettato un finale così, forse tutti, forse nessuno, forse solo il dio pallone, che in questi giorni si è macchiato di un fango, quello della vergogna, che solo l’anima dello sport può ripulire. L’anima che sta dentro ognuno di noi, sognatori della domenica, di noi che il martedì ci rosicchiamo l’animo perché qualche giornalista incapace ha sbagliato nel dare un sei e mezzo o un sette. Ed ora che siamo alla fine, possiamo realizzare il nostro sogno di un calcio migliore, possiamo tirare fuori la vera essenza di questo gioco, possiamo dimostrare che un animo questo gioco ce l’ha ancora. Basta con le parole, ora parla solo il campo. In bocca al lupo a tutte le squadre. Buon brivido.


Vignano. La folla batte già le mani. E fa bene. Un altra annata al massimo livello per il D’Aversa Fc, un altro anno passato a gioire, grazie ad una squadra compatta, completa ed efficiente in ogni reparto. L’allenatore spesso non ha azzecato la formazione. Ne ha pagato il conto, Maradona, se l’è giocato col Labirinto questo scudetto. Si perché il D’aversa aveva tutte le carte in regola per portarselo a casa, questo scudo. E invece si è distrutto in campetti, come proprio l’ultima giornata a Santa Retina dove oltre ad aver lasciato due punti, i biancoazzuroneri, hanno lasciato anche le speranze. Forse. Si, se il D’Aversa vincerà oggi, non sarà tutto perduto. E anche se il presidente, oggi ha ben altro per la testa, i suoi ragazzi hanno uno ed un solo obbiettivo: vincere. Poi il resto, se il Fato lo concede, accadrà da solo.




Del Piero guarda la curva ospite. La sua curva. Quella che lo ha sostenuto. Sempre. E’ lui il simbolo dell’Hellas infatti. Un concentrato di alti e bassi mixato ad una formazione sottovalutata che Lucarelli e altri senatori hanno portato più su di molti altri attacanti dal gol facile ma dal cuore inesistente. E ora i rossoblù vogliono in cambio il loro sogno. La chiamano Europa, lo chiamano tabù per una squadra come l’Hellas. Ma adesso non è più una chimera, è pura realtà. Ora anche là a Santa Retina, la chiamano Champions League. Ma servono occhi puntati al tabellone, Bazza non molla.




D'Aversa Fc - Hellas Fc


Cimitero degli Ebrei. Ci sono state troppo ombre sul Calia. Veramente troppe per una squadra che ha come principio la lealtà verso gli avversari. Sia chiaro, non si parla agonisticamente. Perché il Calia ha falciato le grandi nelle ultime giornate. E pensare che qualcuno ha riso quando il Calia comprava i giocatori solo perché erano suoi idoli o gli piacevano i loro cognomi. Chi ci ha riso sopra probabilmente, qualche punto al Cimitero ce lo ha lasciato. Forse questa squadra meritava di più, ma il dio pallone, a volte è anche un po’ stronzo.




Molti avevano paura che succedesse. Ed è successo. Un altro campionato passato a fregarsene di tutto e di tutti. I tifosi non si sono fatti sentire. Già la squadra barcollava, poi se ci si mette il presidente a non dare nemmeno la formazione, allora sì che si cade in basso e il Tomotigna non era in condizione di risalire. Si vedeva da lontano. Però, infondo, è una lezione anche questa. Non prendete esempio da lui.




As Calia - Gs Tomotigna


Ruffolo. Non chiedetemi come sia possibile recuperare la quarta in così poche giornate, chiedetelo a Bazza, perché lui ce l’ha fatta. L’ardore dei suoi colori lo hanno portato là in alto, ad una velocità pazzesca, recuperando punti su punti, mangiando la polvere fino a gennaio e vomitandola in corsa fino a qui. Bazza ce l’ha fatta, ha sputato tutta la rabbia e se ne andato dalle zone basse. Non è posto per chi ha davanti Rocchi e Corradi, che alla fine del campionato si sono dati alla pazza gioia con i portieri di serie A. Ed adesso la squadra di Ruffolo non può certo farsi scappare la champions ora che è un punto sopra l’Hellas. Adesso, come dicono quegli squadristi della curva, servono davvero forza e onore.




Oggi la più grande sconfitta del Labirinto, sarà una, una sola. Quella di cambiare la maglia, togliendo lo scudetto F.I.GA. di cui il presidente si è vantato, forse anche troppo, per un anno intero. Ma nel campo campano di rendita solo il Pro Vercelli e il Casale. Il Labirinto sarà solo una delle tante squadre che saranno iscritte nell’albo d’oro della F.I.G.A. Ed ora non ci saranno più scuse, perché dopo un’annata terrificante come questa si può solo migliorare. Serve azzerare tutto adesso, serve mandare via chi il cuore per quella squadra non l’ha mai usato. Serve davvero cambiare. Oggi calerà il sipario su una stagione che va solamente dimenticata. Ma va fatto subito.




Ac Bazza - As Labirinto


Piazza del Mercato. Tutti erano perplessi all’inizio, quando l’Hellas cedette al Ficus, Luca Toni, per 15 euro. Qualcuno lo definì un colpo a caso, un trasferimento quasi inutile. No. Toni è stato il colpo dell’anno, perché, giurate e mettete la mano sul fuoco, nessuno ci avrebbe scommeso un euro sul fatto che Toni segnasse 30 gol in un anno. Ficus sì e aveva ragione. E’ stata la punta viola a tenere su il Ficus per quasi tutto l’anno. Ci hanno pensato Pasqual (altro miracolo della dirigenza) e Jorgensen a condire le prestazione del Giraffone. Ora Ficus chiuderà il campionato in modo tranquillo ma la paura che quest’uomo indovini il prossimo anno, un altro colpo, è tanta.




Questo giorno se lo preparava da due anni, Citro Fat. Non ha mai smesso di crederci. E’ stato quello che si è sempre contraddistinto per idee creative (il citrosil e sopratutto le coreografie sono opera sua) e voglia di vincere. E se l’anno scorso non aveva potuto partecipare più di tanto, questa volta in alto c’è stato più di tutti e adesso non può lasciare tutto il lavoro dietro alle spalle. E vaffanculo al mondo, perché domani il Citro Fat si gioca tutto, ma veramente tutto, e il condottiero delal squadra ha un nome ed un cognome. Alberto Gilardino, Per Citro un mito, uno stile, un esempio da seguire, dalla testa ai piedi. Davvero. E allora è il momento che il campione ripaghi la fiducia datagli dal mister. Gilardino ma anche Tavano, Fiore e Marchionni hanno solo 90 minuti per tirare fuori le palle e dimostrare che non è stato tutto sbagliato, e che quello del Citro è un sogno che può diventare realtà. Ora tocca a loro.




Ss Ficus - Fc Citro Fat


Sant’Eugenia. E’ tutto pronto per chiudere la stagione. Il bilancio del Panzer è piuttosto negativo. Mai una soddisfazione per il presidente, scuse per non aver dato la formazione e cazzate di vario genere. Ma la voglia non c’era e si è visto. Ora serve solamente farla finita e smetterla di fare la “piccola”. Ogni tanto si può anche crescere. Questo, fantacalcisticamemente, Panzer lo deve capire. Curioso, come l’anno scorso lo scudetto si decide al S.Eugenia. Ma Panzer questa volta non c’entra niente. Guarda e basta.




Datemi un motivo per cui il Commandos oggi debba mollare. Nessuno. Lo scudetto è là, a due punti, a due passi, magari ad un colpo di testa da qui. Un anno stupendo per il Commandos, che già all’asta iniziale si dimostrava agguerrita e decisa nel portare a termine la missione. Sembrava impossibile, ma ce l’hanno fatta. La Champions l’hanno già fatta loro, adesso devono combattere per il premio più ambito, quello che riempirebbe la bacheca, più di ogni altra coppa. Si parlava di patti traditi, partire “vendute” e giocatori prestati. Ma ora ciò che conta sono i goal, e questo il Commandos lo sa bene. Non possono buttare al vento tutto quello che Totti, Nedved e Shevchenko hanno fatto in un anno. Sarebbe uno spreco per il calcio, sarebbe vergognoso e disonorevole per chi, in due anni di F.I.G.A è sempre stato ai massimi livelli. Ora che la grande potenza è esplosa, si può solo dire : “Per chi aspira al primo posto non è indecoroso fermarsi al secondo o al terzo.”




Ac Panzer - Sb Commandos


Ma diciamo la verità: comunque andrà a finire...il campionato più bello del mondo si trova sicuramente a Gufingolandia!!!

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